Nessuno sa cosa si nasconde dietro | La torre di Capo d’Orlando svela un segreto che nessuno si aspettava
Scopri la Torre Saracena di Capo d'Orlando: una sentinella storica che ha protetto la costa siciliana dalle incursioni saracene.

Un baluardo contro le incursioni
Sulla costa tirrenica della Sicilia, a Capo d'Orlando, si erge la Torre Saracena, una sentinella di pietra che ha vegliato sul mare per secoli. Costruita tra il X e il XII secolo, questa torre faceva parte di un sistema difensivo costiero progettato per avvistare e respingere le incursioni dei pirati saraceni. La sua posizione strategica permetteva di controllare un ampio tratto di costa, proteggendo le comunità locali dalle minacce provenienti dal mare.
Architettura e struttura
La Torre Saracena presenta una struttura cilindrica in pietra arenaria, alta circa 16 metri. La sua porta d'ingresso, situata a metà altezza, era accessibile tramite una scala retrattile, rendendo difficile l'accesso ai nemici. All'interno, la torre è suddivisa in due livelli collegati da scale interne, con una terrazza merlata sulla sommità che offriva una vista panoramica sul mare e sull'entroterra.
Dall'abbandono alla rinascita
Dopo secoli di utilizzo, la torre cadde in disuso e fu abbandonata. Negli anni successivi, subì danni a causa di eventi naturali e dell'incuria. Tuttavia, grazie a interventi di restauro promossi dalle autorità locali, la Torre Saracena è stata recuperata e oggi rappresenta un importante sito storico e culturale, aperto al pubblico e sede di eventi culturali e mostre.
Un panorama mozzafiato
Dalla sommità della Torre Saracena, si può godere di una vista spettacolare sul Mar Tirreno, sulle Isole Eolie e sulle montagne circostanti. Il panorama offre un connubio perfetto tra storia e natura, rendendo la visita alla torre un'esperienza indimenticabile per turisti e appassionati di storia.
Curiosità: il nome "Torre del Trappeto"
In passato, la Torre Saracena era conosciuta anche come "Torre del Trappeto", a causa della presenza nelle vicinanze di trappeti, ovvero mulini utilizzati per la lavorazione della canna da zucchero. Questa denominazione testimonia l'importanza economica della zona e l'interazione tra le strutture difensive e le attività produttive locali.