C'è un luogo a Messina che racconta storie di fede e sacrificio: il Sacrario con un panorama che ti lascerà senza parole

Sacrario di Cristo Re di Messina: storia, architettura e simboli della memoria dei caduti, dalla campana al panorama sulla città.

A cura di Paolo Privitera
27 agosto 2025 15:00
C'è un luogo a Messina che racconta storie di fede e sacrificio: il Sacrario con un panorama che ti lascerà senza parole - Foto: Vito Manzari/Wikipedia
Foto: Vito Manzari/Wikipedia
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Memoria e potenza architettonica sul colle di Roccaguelfonia

Il Sacrario di Cristo Re, eretto nel 1937 su progetto dell’ing. Francesco Barbaro, sorge sulle rovine del medievale Castello di Matagrifone (detto Roccaguelfonia), uno storico baluardo che nel 1190 ospitò Riccardo Cuor di Leone in partenza per la III Crociata. La struttura ha una pianta ottagonale irregolare con ampia cupola sostenuta da otto costoloni, all’apice una lanterna di 6 m, sormontata da globo e croce, incorniciata da otto statue in bronzo di Teofilo Raggio che raffigurano le Virtù cardinali, teologali e l’Allegoria della Religione. All’ingresso, la scalinata è dominata dalla statua in marmo del Cristo Re, creazione di Tore Edmondo Calabrò. 

Al piano inferiore, la cripta ospita un sacello centrale con sarcofago marmoreo e figura di soldato opera di Antonio Bonfiglio, circondato da oltre 1 200 loculi contenenti i resti dei caduti delle due guerre mondiali, inclusa una targa commemorativa per i marinai morti a Punta Stilo. Questo luogo è un’elegia di marmo e memoria, capace di fondere sacralità religiosa e sacro del ricordo bellico, facendosi simbolo dell’identità messinese e della resilienza post-terremoto del 1908.

Campana da record e vista mozzafiato sullo Stretto

Sopra la torre medievale è sospesa la celebre Campana di Cristo Re, con 2,80 m di diametro e un peso di circa 13 tonnellate (130 quintali), realizzata nel 1935 con il bronzo dei cannoni nemici della Prima Guerra Mondiale. È la terza campana più grande d’Italia e, nei suoi rintocchi al tramonto, riecheggiava una chiamata al ricordo dei caduti; oggi, purtroppo, il sistema elettromeccanico è guasto, ma l’eco del passato resiste.

Dal belvedere della torre, intitolato a Giovanni Angelo Montorsoli, si apre un panorama spettacolare sullo Stretto e su Messina, un tributo visivo alla città e alla bellezza sospesa tra terra e mare. La fusione tra la torre medievale e l’impianto neobarocco rende il Sacrario un luogo unico, dove il passato guerriero si eleva a monumento di pace e riflessione, in un connubio fra pietra, bronzo e fede.

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