Un santuario siciliano arroccato tra mare e mito: è testimone di un miracolo fuori dagli schemi

Il Santuario di Tindari e la Madonna Nera: il miracolo che fermò il mare e diede origine ai Laghi di Marinello, tra fede e leggenda.

20 settembre 2025 18:00
Un santuario siciliano arroccato tra mare e mito: è testimone di un miracolo fuori dagli schemi - Foto: Clemensfranz/Wikipedia
Foto: Clemensfranz/Wikipedia
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Un santuario sospeso tra cielo e mare

Sulla costa tirrenica di Messina, incastonato su un promontorio alto oltre 250 metri, il Santuario di Tindari offre uno dei panorami più suggestivi di tutta la Sicilia. Da qui, lo sguardo abbraccia a sinistra i Laghi di Marinello, un mosaico di lingue di sabbia e acque salmastre che cambiano forma con le maree, e a destra il blu infinito del Mar Tirreno, che nei giorni limpidi lascia intravedere le Isole Eolie all’orizzonte. Le origini del culto risalgono all’VIII secolo, quando una statua lignea della Madonna Nera — giunta, secondo la leggenda, dall’Oriente bizantino — fu portata su queste alture dopo essere stata salvata da una tempesta. Scolpita in legno di cedro, l’effigie scura colpì subito l’immaginario popolare: un volto dolce ma severo, che divenne simbolo di protezione per marinai, pescatori e madri in attesa, al punto da trasformare Tindari in uno dei più importanti centri mariani della Sicilia.

Il miracolo che trasformò la scogliera in leggenda

L’episodio più noto legato a Tindari racconta di una madre che, scettica davanti al colore scuro della Madonna, esclamò parole di disprezzo. Proprio in quell’istante il figlioletto le sfuggì dalle mani e cadde nel vuoto dalla rupe. Disperata, la donna si gettò in ginocchio invocando la Vergine e, secondo la tradizione, le acque del mare si ritrassero miracolosamente, formando una lingua di sabbia che salvò il bambino: è l’origine dei celebri Laghi di Marinello. Questi specchi d’acqua, che ancora oggi mutano aspetto a seconda delle maree e del vento, sono considerati segni lasciati dalla Madonna e attraggono pellegrini e visitatori affascinati dal fenomeno naturale e dalla leggenda che lo circonda.

Curiosità

Ogni 8 settembre, in occasione della festa della Natività di Maria, il santuario si anima di una processione che parte dal borgo di Tindari e sale fino al promontorio. Migliaia di fedeli percorrono la salita a piedi, spesso scalzi, portando ex voto e immagini sacre. Un’usanza antica vuole che i pellegrini raccolgano sabbia dai laghi e la portino a casa come amuleto: secondo la tradizione, protegge dalle tempeste in mare e favorisce la fertilità. Alcuni anziani del luogo raccontano che, se la sabbia viene dispersa al vento mentre si invoca la Madonna Nera, il desiderio espresso si avvera entro l’anno.

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