Ponte sullo Stretto, nuovo fronte europeo: la denuncia degli ambientalisti

Le associazioni ambientaliste tornano a Bruxelles contro il progetto del Ponte sullo Stretto: ecco l'oggetto della loro denuncia

08 ottobre 2025 12:51
Ponte sullo Stretto, nuovo fronte europeo: la denuncia degli ambientalisti -
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Le principali associazioni ambientaliste italiane – Greenpeace, Legambiente, Lipu e WWF – hanno depositato un nuovo reclamo presso la Commissione Europea contro il progetto del Ponte sullo Stretto di Messina. Si tratta del quarto ricorso presentato negli ultimi mesi, con cui le organizzazioni chiedono di verificare la legittimità delle procedure adottate dall’Italia. Al centro della contestazione, ancora una volta, la decisione di affidare i lavori senza indire una gara d’appalto internazionale, scelta che secondo gli ambientalisti viola la normativa comunitaria sulla concorrenza del 2014.

Un iter già costellato di contestazioni e rilievi

Questo nuovo reclamo si aggiunge ai precedenti, che avevano già segnalato alla Commissione la mancata applicazione della direttiva sulla Valutazione Ambientale Strategica (VAS) e presunte irregolarità nei pareri della Commissione VIA-VAS in relazione alle direttive “Habitat” e “Uccelli selvatici”. Secondo le associazioni, l’Italia starebbe ignorando norme europee fondamentali a tutela dell’ambiente e della trasparenza nelle procedure pubbliche. La questione, già delicata, è ora ulteriormente aggravata dalla riattivazione di un progetto che divide l’opinione pubblica e suscita forti dubbi di sostenibilità.

I punti più critici: costi lievitati e gara mancata

Il reclamo depositato a Bruxelles punta il dito contro una “interpretazione normativa strumentale” che avrebbe permesso di aggirare l’obbligo di gara pubblica. L’appalto, oggi stimato in oltre 13,5 miliardi di euro – cifra ritenuta dagli ambientalisti “ampiamente sottostimata” – verrebbe infatti affidato allo stesso soggetto che nel 2005 aveva vinto una precedente gara per 3,9 miliardi, su un progetto poi modificato e ampliato. Greenpeace, Legambiente, Lipu e WWF chiedono quindi al Governo il ritiro in autotutela della delibera di approvazione dei lavori, attualmente sospesa perché al vaglio della Corte dei Conti, che ha già segnalato rilievi di legittimità.

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