A Messina c'è un guerriero di bronzo che sfida i secoli e nasconde un messaggio scolpito nel fuoco

A Messina, una statua di bronzo nata dai cannoni nemici racconta la vittoria di Lepanto e il coraggio di un eroe immortale.

17 novembre 2025 18:00
A Messina c'è un guerriero di bronzo che sfida i secoli e nasconde un messaggio scolpito nel fuoco - Foto: I, Sailko/Wikipedia
Foto: I, Sailko/Wikipedia
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Nel cuore di una città ricostruita, ferita e rinata più volte, si erge una figura solenne di bronzo, con lo sguardo rivolto verso il mare e il braccio teso come a sfidare il tempo. È un condottiero antico, un uomo che guidò flotte, vinse battaglie e divenne simbolo di libertà e coraggio. Ma dietro quella posa fiera, un dettaglio quasi invisibile racchiude un messaggio nascosto, inciso nel metallo che un tempo apparteneva al nemico.

Il simbolo di una vittoria che cambiò il destino del Mediterraneo

La statua celebra don Giovanni d’Austria, figlio naturale di Carlo V e fratellastro di Filippo II di Spagna, l’eroe che nel 1571 guidò la Lega Santa nella celebre Battaglia di Lepanto contro l’Impero Ottomano. Fu uno scontro epocale: le flotte cristiane, sostenute anche da Messina, sconfissero la potenza turca e segnarono per sempre il destino del Mediterraneo.
L’opera, realizzata nel 1572 dallo scultore Andrea Calamech, allievo di Michelangelo, fu voluta dal Senato messinese come tributo alla vittoria e all’eroe che aveva liberato il mare dalla minaccia nemica. Alta e imponente, la statua rappresenta Giovanni d’Austria in armatura, con il bastone del comando e lo sguardo fiero rivolto verso l’orizzonte. Alla base, bassorilievi narrano le fasi della battaglia: una cronaca in pietra di coraggio, fede e orgoglio cittadino.

La statua che ha sfidato terremoti, guerre e rivoluzioni

Come la città che la ospita, anche la statua ha conosciuto distruzioni e rinascite. Nei secoli ha rischiato di essere distrutta da terremoti, guerre e persino da scelte politiche. Durante l’Unità d’Italia e il periodo borbonico, più volte si discusse di rimuoverla, ma Messina ha sempre difeso il suo simbolo. È sopravvissuta al sisma del 1908 e ai bombardamenti della Seconda guerra mondiale, diventando un emblema di resistenza tanto quanto di memoria storica.
Chi la osserva oggi, in piazza dell’Unità d’Italia, vede molto più di un monumento: vede la storia di una città che non ha mai smesso di combattere per rialzarsi, proprio come l’eroe che veglia sul suo porto.

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