Ferrovia Giampilieri–Fiumefreddo: l’allarme dell’Associazione Ferrovia Valle Alcantara
L’Associazione Ferrovia Valle Alcantara interviene nel dibattito sulla ferrovia storica Giampilieri–Fiumefreddo, tra posizioni contrastanti, scelte politiche e ricadute sul territorio jonico
Negli ultimi tempi il tema della ferrovia “storica” Giampilieri–Fiumefreddo è tornato con forza al centro del dibattito pubblico. A far discutere sono articoli, prese di posizione e commenti contrastanti apparsi su diverse testate locali e online, che raccontano una visione tutt’altro che univoca sul futuro della linea costiera jonica. Il clima è quello di una vera e propria escalation, che ha acceso l’attenzione di cittadini, associazioni e amministratori, segno evidente di quanto la questione tocchi da vicino la vita quotidiana delle comunità interessate.
Tra annunci politici e reazioni locali
Come evidenziato in un recente post social dell’Associazione Ferrovia Valle Alcantara, la discussione si è intensificata dopo l’annuncio del presidente della Regione Siciliana Renato Schifani e dell’assessore alle Infrastrutture Alessandro Aricò, favorevoli al mantenimento della tratta storica accanto al nuovo raddoppio in costruzione. A questa posizione hanno fatto seguito forti reazioni da parte di alcuni sindaci della fascia jonica, contrari alla mancata dismissione della linea esistente, alimentando un confronto che coinvolge anche comitati, associazioni e semplici cittadini.
Cosa c’è davvero in gioco per pendolari e territori
Il nodo centrale emerge chiaramente solo guardando alle conseguenze concrete delle ipotesi in campo. Oggi la Giampilieri–Fiumefreddo conta 11 stazioni integrate nei centri abitati, utilizzate quotidianamente da pendolari, studenti e viaggiatori, con collegamenti regionali e Intercity. La nuova linea, invece, prevede poche fermate e perlopiù lontane dai centri urbani, con il rischio di costringere migliaia di utenti a spostarsi in auto, aggravando il traffico sulla SS114. Non a caso, il documento sottoscritto il 12 dicembre da 13 sindaci e indirizzato a Rete Ferroviaria Italiana chiede la totale dismissione della tratta storica, accettando il progetto originario. Una scelta che, secondo l’Associazione, potrebbe privare interi comuni di un servizio essenziale, incidendo negativamente su mobilità, turismo e qualità della vita. Da qui l’appello finale: la ferrovia costiera non come ostacolo allo sviluppo, ma come risorsa da preservare e migliorare, lasciando ai lettori – e agli amministratori – il compito di trarre le proprie conclusioni.
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