Indagato messinese in carcere per maltrattamenti in famiglia
La Polizia di Stato di Messina esegue misura cautelare in carcere nei confronti di un 40enne per maltrattamenti in famiglia e lesioni personali. Ultimo episodio denunciato dalla vittima.
La Questura di Messina ha comunicato che nei giorni scorsi è stata eseguita una misura cautelare di massimo rigore nei confronti di un quarantenne messinese, su ordinanza del Giudice per le indagini preliminari del Tribunale di Messina. La misura è stata proposta dalla Procura della Repubblica presso il Tribunale di Messina ed è relativa ai reati di maltrattamenti in famiglia e lesioni personali.
Gli agenti delle Volanti della Questura di Messina hanno condotto il quarantenne presso la casa circondariale locale, dove dovrà scontare la custodia cautelare in carcere. L’uomo è fortemente indiziato dei reati commessi ai danni della sua compagna.
Le indagini condotte dalla Polizia di Stato in coordinamento con la Procura della Repubblica presso il Tribunale di Messina hanno evidenziato ripetute violenze fisiche e psicologiche subite dalla donna durante la sua relazione con il quarantenne. Gli episodi di violenza sarebbero stati particolarmente gravi, anche in presenza di figli minori, a causa di gelosia e uso di sostanze stupefacenti da parte dell’uomo.
In uno degli episodi, l’uomo avrebbe causato alla compagna una frattura alla mano e in altre circostanze l’avrebbe minacciata di morte, limitando fortemente la sua libertà personale. Si sarebbe anche servito di una telecamera con controllo remoto per monitorare la donna in casa.
La vittima ha finalmente trovato il coraggio di chiamare il numero di emergenza 112 dopo l’ultimo episodio avvenuto nei primi giorni di maggio. Questo ha permesso l’intervento dei poliziotti delle Volanti, che hanno avviato le indagini che hanno portato alla misura cautelare adottata dall’Autorità Giudiziaria.
Si precisa che l’indagato è considerato innocente fino alla sentenza irrevocabile che accerti le sue responsabilità. Il giudizio si svolgerà in contraddittorio con le parti e le difese davanti a un giudice terzo e imparziale, che potrà anche concludersi con la prova dell’assenza di responsabilità dell’indagato.