Mafiosi smascherati dalla Polizia | La verità dietro un’impresa "legale" a Barcellona Pozzo di Gotto!
Operazione antimafia a Barcellona Pozzo di Gotto: 15 arresti per estorsioni e gestione illecita di un'azienda di rifiuti. Scopri i dettagli! 🚔💼💡
Barcellona Pozzo di Gotto: 15 Arresti per Mafia, Operazione della Polizia di Stato
In una vasta operazione condotta dalla Polizia di Stato, 15 persone sono state arrestate nella giornata di oggi a Barcellona Pozzo di Gotto, nel messinese. L’operazione, coordinata dalla Direzione Distrettuale Antimafia di Messina, ha colpito un gruppo di individui accusati di gravi reati associabili all’attività mafiosa, tra cui concorso esterno in associazione di tipo mafioso, estorsione e peculato.
Le forze di polizia, composte da unità specializzate tra cui il Servizio Centrale Operativo e la Squadra Mobile della Questura di Messina, hanno dato esecuzione a un’ordinanza di custodia cautelare emessa dal Giudice per le Indagini Preliminari del Tribunale di Messina. Questa misura cautelare si basa su un quadro di serie evidenze raccolte nel corso di un’indagine durata mesi.
Il gruppo arrestato è ritenuto legato a una organizzazione criminale operante nel settore dello smaltimento dei rifiuti, un’industria già oggetto di provvedimenti di sequestro e confisca in passato. La ditta in questione è stata sottoposta a misure giudiziarie, ma aveva continuato a eseguire attività illecite anche sotto l’amministrazione di un commercialista nominato dal tribunale.
L’indagine ha rivelato che, nonostante le misure di prevenzione antimafia, l’attività dell’impresa era di fatto controllata da elementi mafiosi della cosca locale. Secondo le informazioni emerse, l’impresa è stata utilizzata per operazioni di arricchimento illecito, che includevano la vendita di pezzi di ricambio senza titolo fiscale e lo smaltimento di rifiuti non autorizzati.
I dettagli emersi durante le indagini hanno messo in luce la complicità di dipendenti e dell’amministratore giudiziario, i quali avrebbero favorito l’attività mafiosa, rinunciando a esercitare i loro doveri. Le operazioni di estorsione, condotte nei confronti di altri imprenditori e di dipendenti ritenuti non “affidabili”, si sono avvalse della presenza quasi quotidiana dei membri del clan all’interno dell’azienda.
Di fronte a un quadro indiziario così grave, il Giudice ha disposto per 14 degli indagati la custodia cautelare in carcere, mentre un altro soggetto è stato messo agli arresti domiciliari. La vasta portata di questa operazione sottolinea l’impegno delle autorità nel combattere la criminalità organizzata nella regione, evidenziando come, nonostante i successi ottenuti dalle forze dell’ordine, il fenomeno mafioso continui a manifestarsi in forme insidiose.
Le indagini proseguono e, come da normativa, gli indagati sono da considerarsi innocenti fino a prova contraria, in attesa del processo che si svolgerà con contraddittorio tra le parti. Un ulteriore segnale della determinazione delle istituzioni nel garantire la giustizia e il rispetto della legalità.