La fortezza dimenticata che proteggeva lo Stretto e nasconde ancora tracce di una guerra
A Messina, il Forte Masotto domina lo Stretto da oltre un secolo: da bastione militare a rifugio dopo il terremoto del 1908.
Sulla punta nord della Sicilia, dove lo Stretto di Messina separa due mondi, si trova un luogo che per decenni è rimasto in silenzio, quasi dimenticato. È il Forte Masotto, una delle tante fortificazioni costruite a fine Ottocento per difendere le coste italiane da un nemico che, però, non arrivò mai. Oggi, tra erba alta e mura di cemento, resiste ancora una parte di quella storia militare fatta di paura, ingegno e disciplina.
L’epoca in cui Messina era una città di fortezze
Alla fine dell’Ottocento, l’Italia temeva attacchi via mare dopo la nascita del giovane Regno. Il governo decise così di creare un grande sistema di difesa costiera: la “Cinta fortificata dello Stretto di Messina”. Forte Masotto, costruito tra il 1888 e il 1891, faceva parte di quella rete di postazioni pensate per proteggere i punti strategici dello Stretto.
Era un’opera d’ingegneria moderna per l’epoca: casematte in cemento armato, cannoni girevoli, depositi di munizioni e dormitori per i soldati. Da lì si poteva controllare il traffico marittimo e, se necessario, colpire le navi nemiche dirette verso la Calabria. Ma le guerre cambiarono in fretta, e i forti di Messina, costruiti con grande sforzo economico, divennero presto obsoleti.
Dalla gloria al silenzio
Il nome del forte è un omaggio a Umberto Masotto, ufficiale dell’artiglieria caduto nel 1896 durante la battaglia di Adua, in Africa. In suo ricordo, la struttura militare assunse un valore simbolico, diventando un luogo di memoria. Durante la Seconda guerra mondiale, il forte venne riutilizzato per la difesa costiera, ma al termine del conflitto fu progressivamente abbandonato.
Oggi, visitandolo, si avverte un’atmosfera sospesa: corridoi scavati nella roccia, feritoie che si aprono sul mare, e il vento che attraversa le vecchie postazioni. È un luogo che racconta un’altra Messina, quella militare, che per anni ha vissuto con la paura di un’invasione mai avvenuta.
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